Il Lago di Como è una delle poche regioni del Nord Italia in cui è ancora possibile, ad oggi, osservare le stelle. Sebbene la Via Lattea risulti visibile dalle coste del lago solo in determinate condizioni atmosferiche (cielo terso e lontani da luci dirette), la situzione non è ancora così drammatica come nella quasi totalità della Pianura Padana dove persino le stelle più luminose non sono più visibili, immerse in un uniforme bagliore di colore bianco-azzurro.
A differenza degli altri paesi europei, l’Italia ed in particolare le regioni del nord, soffrono di un abuso di illuminazione oltre che ad una errata gestione degli impianti installati. Questo si traduce in un problema ambientale oltre che di inquinamento luminoso. Infatti il 13-17% dell’energia consumata in Italia è destinata all’illuminazione notturna che si traduce nel rilascio ogni anno di 25 milioni di tonnellate di CO2 che, per darne un’idea, è la quantità di CO2 rilasciata dai trasporti nello stesso periodo. Oltre a questo bisogna considerare l’impatto, certo non positivo, su quegli esseri viventi (animali e vegetali) che della notte avevano fatto il loro habitat e che ora sono costretti a migrare o ad estinguersi.
Quale è la soluzione che proponiamo? Lasciare le città e i paesi al buio? Ovviamente no. Si può illuminare meglio e meno. Con “meglio” si intende aumentare la qualità dell’impianto di illuminazione che dovrà illuminare solo quello per cui è stato destinato. Quindi i lampioni devono illuminare le strade, i faretti i monumenti e i riflettori i campi sportivi. Sembra un’affermazione banale ma gran parte degli impianti di illuminazione pubblica inviano più luce verso il cielo di quella diretta verso l’oggetto da illuminare.
A questo si vanno ad aggiungere le insegne pubblicitarie, spesso illuminate dal basso verso l’alto o i mega-schermi che, se possono avere un’utilità pubblicitaria nelle ore in cui l’attività è aperta non hanno nessun senso nelle ore notturne.
Non parliamo poi di tutti gli impianti che illuminano nel cuore della notte campi sportivi, sentieri, monumenti, rotonde, parcheggi, cimiteri, costruiti unicamente per dare al cittadino un senso di sicurezza invece di aumentare il livello di sicurezza (ben più difficile da ottenere). Una pattuglia delle forze dell’ordine in più in orario notturno abbasserebbe sicuramente il numero dei reati rispetto ad un nuovo lampione.
Fortunatamente, a partire dall’anno 2000 la Regione Lombardia è dotata di una legge per le “Misure di efficientamento dei sistemi di illuminazione esterna con finalità di risparmio energetico e di riduzione dell’inquinamento luminoso” che punisce l’utilizzo improprio dell’illuminazione pubblica. Purtroppo, come spesso avviene in Italia, questa legge non viene rispettata.
Se vogliamo che il Lago di Como continui a vedere le stelle e prenda la via di una illuminazione più efficiente e rispettosa dell’ambiente allora basta far rispettare la legge regionale lombarda, monitorando giorno dopo giorno il livello di inquinamento luminoso locale, identificando gli impianti non a norma e segnalandoli alle autorità competenti. Il tutto ovviamente accompagnato dalla sensibilizzazione della popolazione ed enti interessati. Questa sarà una delle attività che il progetto Lario Celeste ha intenzione di svolgere nel corso dei prossimi anni attraverso strumenti scientifici e tecnici di settore.